Citazioni dal Mein Kampf (la mia battaglia) di Adolf Hitler
Questi che seguono sono tra i più importanti e significativi passaggi del libro, La mia battaglia (Mein Kampf) di Adolf Hitler.

Le persone che vogliono liberare il popolo tedesco dalla sua condizione attuale non devono sforzarsi a pensare quanto sarebbe meglio se questa o quella cosa non ci fosse, devono cercare la maniera di distruggere ciò che c'è. Ma un'idea del mondo piena di dannata intolleranza può essere soltanto annientata da un'altra vivificata e spinta da uno spirito simile, da una simile volontà, da una concezione nuova che sia incontaminata e completamente vera. Attualmente l'individuo deve notare con sofferenza, che nel mondo antico, molto più libero del moderno, apparve, con la venuta del cristianesimo, la prima paura spirituale. Ma non si può obiettare che da quel tempo è pervaso e dominato da quella oppressione, che solo l'oppressione distrugge l'oppressione, solo la paura, la paura. Soltanto dopo si può pensare di creare una condizione nuova.
...I partiti politici accettano di scendere a patti, le idee del mondo no. I partiti politici contano anche sui nemici, le idee del mondo dichiarano la propria infallibilità. Pure i partiti politici hanno, alla base, quasi sempre la tendenza a conquistare per sè il potere: è spesso nascosta in essi una piccola tendenza ad un'idea del mondo. Ma già la limitatezza del loro programma li priva di quel sentimento eroico che una tale idea richiede. Lo spirito di accordo che vivifica le loro volontà porta ad essi le teste mediocri e fragili, con le quali non si può cominciare una crociata. Perciò spesso restano fermi alla loro mediocrità, rinunciano a combattere per un'idea universale, e cercano di ottenere, con la cosiddetta "collaborazione positiva" in fretta, un piccolo posto nella mangiatoia del governo presente e di rimanervi più tempo possibile.
...In questo consiste tutto il loro sforzo. Se un giorno un avversario alquanto feroce li cacciasse dalla mangiatoia generale tutte le loro attività e idee cercherebbero di avanzare di nuovo, magari con la forza e con l'inganno, nella mandria degli affamati, per rimpinzarsi nuovamente, a costo magari delle loro più sante idee, all'adorata fonte alimentare. Sciacalli della politica! Un'idea del mondo non accettando mai di dividere con un altra, non può accettare di operare insieme ad un tipo di governo che essa disprezza; ma sente il dovere di lottare contro questo governo e contro tutte le convinzioni dei nemici, con ogni mezzo e di distruggerle.
...Se accettiamo come primo compito dello Stato il giovare al popolo, il mantenimento, la cura e l'evoluzione delle migliori caratteristiche della razza; è evidente che i provvedimenti statali debbono ampliarsi fin dalla nascita del piccolo figlio della nazione, e che lo stato debba educare il fanciullo per farne un altro elemento di una continua propagazione della razza.
E come, generalmente, la condizione preliminare della capacità di sviluppo spirituale si trova nelle facoltà di razza di un dato tipo umano, così anche nell'uomo si deve curare e rendere migliore la salute del corpo. Perchè lo spirito sano e forte si trova soltanto in un corpo sano e forte. Non nega ciò il fatto che talvolta i geni furono malati o magari infermi. Sono solo eccezioni che, confermano la regola. Ma quando la moltitudine di un popolo è formata da degenerati, è insolito che da una tale situazione si distingua una grande intelligenza.
...Ogni tanto le riviste riportano delle notizie al piccolo borghese tedesco: un negro per la prima volta è diventato avvocato, professore, pastore o qualcosa del genere in un posto o in un altro. Mentre la stupida borghesia accoglie la notizia con sorpresa per un così stupefacente avvenimento, ammirata per questo strabiliante effetto della pedagogia attuale, l'ebreo astutamente si serve di questo per convalidare la teoria da inculcarsi ai popoli in merito all'eguaglianza degli uomini. La nostra società borghese e decadente non si accorge che in questo modo si commette un vero peccato contro la ragione; che è una vera pazzia quella di istruire una mezza scimmia perchè si pensi di aver preparato un avvocato, mentre milioni di membri della eccelsa razza civile devono rimanere in posti pubblici e miseri.
Si pecca contro il volere di Dio, permettendo che centinaia e centinaia delle migliori creature perdano la loro forza nell'odierno pantano proletario per istruire a professioni intellettuali, Ottentotti e Zulù. E in questo caso è proprio un addestramento come per il cane, e non di un "perfezionamento" scientifico. Il medesimo zelo e lavoro rivolto a razze intelligenti, formerebbe uomini mille volte più capaci a tali prestazioni. Questo fatto sarebbe insopportabile se in futuro non si trattasse più unicamente di eccezioni, ma già oggi è insopportabile nel caso in cui non il genio e le capacità insite nell'individuo determinano un'educazione superiore.
...Così l'unico vero promotore della rivoluzione, colui che valutò i risultati, cioè l'ebreo cosmopolita, gioì della situazione. I tedeschi non erano ancora giunti come i russi al punto di essere trasportati nella sanguinosa fogna bolscevica e questo perchè non ci fu mai divario tra gli intellettuali e gli operai tedeschi in quanto, erano, come in altri stati, amalgamati gli uni negli altri, perchè c'era una più salda unità di razza, cosa che non ci fu mai in Russia. Lì infatti l'intelligenza per la maggior parte non era di origine russa o almeno non aveva una individualità di rosso slavo.
Così lo scarso numero d'intellettuali faceva sì che questi potessero essere annullati grazie anche alla deficienza di persone intermedie che li amalgamassero con la massa, nella quale era quasi nullo il livello spirituale e morale. Così fu sufficiente scatenare questa massa ignorante contro gli intellettuali, da cui essa era staccata, per ottenere la vittoria della rivoluzione. Il popolo ignorante divenne schiavo dei suoi dittatori ebrei, i quali mascherarono la loro carica sotto il nome di "dittatore del proletariato".
...Mentre il mondo ebraico internazionale ci disgrega a poco a poco ma sicuramente, i nostri cosiddetti patrioti gridano contro un individuo e contro un movimento che ebbero il coraggio, almeno in un posto sulla terra, di sottrarsi alla tenaglia ebraico-massonica e mettere contro una resistenza nazionalistica all'inquinamento internazionale del mondo. Ma era troppo affascinante, per caratteri fragili, girare la vela a seconda del vento e arrendersi di fronte alle grida della mentalità generale.
...Non è lo stato che forgia un determinato grado di civiltà; esso può soltanto conservare la razza che è la premessa e la base di quel grado. In altri casi, lo stato può continuare ad esistere come tale, per secoli, mentre, siccome non gli fu proibita una mescolanza di razze, la genialità e l'esistenza di un popolo limitate da questo hanno subito radicali cambiamenti. Ad esempio, lo Stato presente, può come complesso esteriore, continuare ad esistere per secoli, ma l'avvelenamento razziale del corpo della nostra nazione crea un declino culturale, che già oggi ci appare disastroso.

Quindi, la condizione preliminare della vita di un'umanità superiore non è lo Stato, ma la nazione, unica capace di portarla. Questa facoltà è sempre presente e deve essere stimolata all'azione pratica, da determinate condizioni esteriori. Le nazioni, o meglio, le razze fornite di caratteristiche creatrici hanno insite, nascoste, queste condizioni, anche se in alcuni momenti situazioni esterne impediscono alle loro buone qualità di attuarsi. Rappresentare come barbari e come incivili i popoli germanici dei tempi precedenti il cristianesimo, è un inconcepibile stupidaggine. Non furono mai cosi. Ma la durezza delle condizioni climatiche del nord li obbligò ad un modo di vita che impediva l'attuarsi delle loro capacità creative.
Ma questa medesima capacità originaria creatrice di civiltà, non deriva esclusivamente dal clima nordico. Se fossero arrivati nelle terre del Sud dal clima temperato e avessero estratto i primi mezzi dal materiale umano inferiore, la capacità di cultura, latente in essi, avrebbe creato una meravigliosa fioritura, come per i Greci. Un Lappone, mandato nel Sud, non sarebbe niente più che un Esquimese creatore di civiltà. No, questa stupenda forza creatrice èdata solamente all'Ariano, sia che egli l'abbia in potenza, sia che la manifesti, in base alle situazioni favorevoli o a una Natura sfavorevole. è conseguenza di ciò questo concetto!
...Lo Stato è un mezzo per raggiungere un fine. La sua meta consiste nella conservazione e nell'accrescimento di una società conducente un'esistenza fisica e morale dello stesso genere. Questa conservazione include la vita d'una razza e con ciò concede alla razza la libertà di evolvere tutte le qualità latenti in essa. Una parte di esse sarà in funzione della conservazione della vita materiale, l'altra opererà per l'evoluzione intellettuale. In verità, però, l'una delle parti crea le condizioni prima dell'altra.
...Dobbiamo distinguere con massima chiarezza fra lo stato che è il recipiente e la razza che è il contenuto. E questo recipiente ha valore solo se sa contenere e custodire il contenuto; altrimenti non ha senso.

Essa non solo ammette un diverso valore delle razze, ma anche quello dei singoli. Mette in luce l'uomo di valore e agisce così da ordinatrice, di fronte al marxismo creatore del disordine. Riconosce il bisogno di idealizzare l'umanità, vedendo solo in questa idealizzazione la base della vita dell'umanità stessa. Ma non può permettere ad un'idea morale di esistere se questa idea costituisce un rischio per l'esistenza razziale dei sostenitori di una morale superiore: perchè un mondo corrotto "negrizzato " resterebbe per sempre privo dei concetti di umanamente bello e del sublime, e di ogni cognizione di un futuro idealizzato della umanità. Cultura e civiltà del nostro continente sono strettamente collegate, con la presenza degli Ariani. Il declino e la sparizione dell'Ariano riporterebbe sul mondo ere di barbarie.
Distruggere il contenuto della civiltà umana con la distruzione di quelli che la simboleggiano, appare il più disprezzabile dei delitti agli occhi di un'idea nazionale del mondo. Chi ha il coraggio di alzar la mano sulla migliore delle creature fatta a immagine di Dìo, pecca contro il munifico creatore e coopera alla espulsione dal Paradiso. Perciò l'idea nazionale del mondo, corrisponde alla più profonda volontà della Natura, perchè ripristina quel libero scontro delle forze che deve portare ad una prolungata, mutua educazione delle razze, fin quando, mediante il raggiunto dominio della terra, sia facilitata la strada ad una umanità migliore, la quale possa agire in campi posti al disopra e al di fuori di essa.
...La medesima opera esclusivamente teorica che non è valutabile nei particolari delle future scoperte materiali, sembra a sua volta, un esclusivo frutto di un singolo individuo. Una collettività umana sembra bene organizzata se rende facile l'opera di queste capacità creative, se le usa a vantaggio della comunità. Quello che ha più importanza in una invenzione materiale o teorica è soprattutto l'inventore come uomo.
È perciò, prima e massima mansione dell'organizzazione, della comunità nazionale, quella di renderlo proficuo per la nazione. Sì, l'organizzazione deve solo servire ad attuare quest'idea: in questo modo si salva dall'esecrazione del meccanismo e diventa cosa vivente. Deve tendere ad elevare i geni dalla massa e a sottomettere la massa ai geni. Cosi l'organizzazione non solo non deve ostacolare i geni ad emergere, ma deve facilitare questo sollevamento, grazie alla propria formazione e natura.
Per questo scopo deve servirsi della sentenza che per l'umanità la benedizione non fu mai nella massa ma nelle menti creative che sono perciò i veri benefattori della umanità. È nell'utilità dell'umanità garantire loro la dovuta autorità e agevolarne l'attività. Certamente, non si serve a quest'utilità nè la si appaga lasciando dirigere agli inabili e agli incapaci, ma solo concedendo il comando a quelli che hanno avuto in dono dalla Natura particolari facoltà. Come affermammo, la dura lotta per la sopravvivenza, pensa a scegliere questi cervelli.
...La lotta che l'Italia fascista svolge contro le tre maggiori armi del giudaismo, è ottimo indizio del fatto che - sia pure per vie indirette - a questa velenosa potenza superstatale si possono spezzare i denti. Il divieto della Massoneria, delle società segrete, la soppressione della stampa supernazionale e la demolizione del marxismo internazionale permetteranno col tempo, al governo fascista di servire sempre più gli interessi del popolo italiano senza curarsi delle strida dell’idea mondiale ebraica
...La fede innalza l'uomo al disopra della vita animale e coopera a fortificare ed assicurare l'esistenza. Si privi la odierna umanità dei principi religiosi ed etici, rinvigoriti dalla sua comunicazione; ed aventi per essa il valore di dottrina pratica. Togliendo l'educazione religiosa senza sostituirle niente di eguale valore: ne conseguirà un danno profondo alle fondamenta dell'esistenza. Si può decretare che non solo l'uomo vive per essere soggetto ad ideali superiori ma sono questi stessi ideali a fondare la base dell'esistenza umana.
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