COSMOTHEISM: LA TRILOGIA

Autore: William Luther Pierce

William Pierce - Cosmotheism: La trilogia

Tradotto da:
Diego(introduzione e parte del primo libro) Luna92(parte del primo libro)
Dani14(secondo libro + revisione del testo in italiano) Ulfgrim(terzo libro)

INTRODUZIONE

Cosmotheism comprende tutti gli Europei bianchi nel mondo, è una religione positiva, afferma che c'è un significato ed uno scopo nella vita e nel Cosmo. Esiste un elemento essenziale di unità o coscienza che lega tutti gli esseri viventi e tutte le materie inorganiche del Cosmo come una sola.

E la nostra vera identità è questa: siamo il Cosmo, siamo fatti di auto-conoscenza ed auto-consapevoli dell'evoluzione. Il nostro innegabile scopo umano, è quello di conoscere e completare noi stessi come individui consapevoli, dotati di auto-coscienza e quindi di evolversi con il Cosmo, verso la consapevolezza totale ed universale, avvicinandosi sempre di più alla perfezione di coscienza e dell'essere.

Il modo migliore per conoscere Cosmotheism è quello di leggere la trilogia di Cosmotheism composta da "Il Sentiero, "Gli Esseri Viventi e "la società.




1.IL SENTIERO(THE PATH)

1:1
Fratelli e sorelle, la vita è breve. Deve essere anche vuota? Deve essere anche amara? Il passaggio terreno deve anche svolgersi nel terrore?

1:2
Dove può trovarsi la piena realizzazione in ciò che è superficiale e vuoto? Dove si può ottenere la pace che si cerca nel caos e nei conflitti?
Si può ottenere la serenità in un deserto spirituale?

1:3
Fratelli e sorelle, non cercate più, dato che vi diamo queste risposte e molto altre ancora.

1:4
Vi mostriamo il significato e lo scopo delle cose. Vi guidiamo dalla confusione e dall'incertezza verso la conoscenza, dalla debolezza alla resistenza, da un desiderio frustrato alla soddisfazione.

1:5
Vi conduciamo sul Sentiero della Vita. Portiamo le vostre anime in armonia con lo Spirito di tutte le cose.

1:6
Vi offriamo la Verità, che è questa: C'è un'unica Realtà e questa Realtà è l'Intero. è il creatore e il creato auto-realizzato.

2:1
Il significato della Verità è questo: L'uomo, il mondo e il Creatore non sono cose separate, ma l'uomo fa parte del mondo, che fa parte dell'Intero, che è il Creatore.

2:2
L'Universo è la manifestazione tangibile del Creatore. Tutti i soli ardenti del firmamento, il gas informe tra le stelle, il silenzio, le cime ghiacciate delle montagne lunari, il fruscio degli alberi nelle foreste, le oscure profondità oceaniche brulicanti di creature marine, gli esseri umani sono tutti parte della manifestazione materiale del Creatore.

2:3
Ma il creatore si manifesta spiritualmente attraverso lo slancio, l'impulso e lo Stimolo verso un unico scopo. Lo slancio è alla radice di tutte le cose e si manifesta nelle relazioni tra tutte le cose.

2:4
Lo slancio appartiene ai gas tenui del vuoto, perché essi hanno lo scopo di creare i soli ardenti e tutti i pianeti. Appartiene anche alla terra, perché essa ha il fine di far proliferare su di essa il regno animale e quello vegetale. Tale slancio è parte dell'uomo, che ha lo scopo di elevarsi.

2:5
L'applicazione di questi elementi sono passi sul sentiero della vita, che conducono allo Scopo, l'auto-realizzazione del creato, il compimento autonomo del creato.

2:6
La materia e lo spirito, l' universo e lo slancio, sono una cosa sola, e rappresentano l'intero.

III

3:1
L'uomo fa parte dell'intero, il suo scopo è uguale a quello del creatore. Ciò vuol dire che, in parte, egli rappresenta sia l'essenza sia lo strumento del Creatore. L'uomo non è altro, è questa la sua intera esistenza ed il suo scopo.

3:2
L'uomo serve allo scopo del Creatore in due modi: il primo modo riguarda tutte le parti dell'Intero. È la via usata dal sub-uomo, la via dell'inconsapevole, è il modo che riguarda la profonda dimora della coscienza, l'intrinseca coscienza, la via dell'istinto.
Il secondo modo riguarda l'uomo "evoluto, il modo lungimirante, la via della coscienza risvegliata e della ragione, cioè la via della perfetta unione tra la conoscenza intrinseca dell'uomo e la sua ragione. Definiamo quest'unione perfetta come Coscienza Divina.

IV

4:1
Il significato del primo modo è questo: lo scopo del creatore è l'auto- completamento; il sentiero del Creatore verso l'auto-completamento è il Sentiero della Vita, e l'uomo rappresenta un passo su questo sentiero.

4:2
Il Creatore esisteva prima dell'uomo e continuerà a esistere anche dopo che l'uomo supererà se stesso. L'uomo è solo un passaggio, lo è quando è solo un sub-uomo, lo è anche quando è un uomo superiore. Ma l'uomo è ora, per un periodo, parte del Creatore, del mutevole, della continua evoluzione dell'Intero.

4:3
C'è un limite nel passaggio sul sentiero, rappresentato dall'uomo. Egli è la soglia della Coscienza Divina. Prima dell'uomo, l'Intero era cieco e non poteva vedere il prossimo passo sulla strada.
I gas del vuoto non potevano prevedere come sarebbero diventati i solidi, né si poteva prevedere come sarebbe diventato il subumano che ha preceduto l'uomo. Lo Slancio ha portato l'Intero lungo il Sentiero e qualsiasi elemento dell'Intero, benché cieco, è servito allo scopo del Creatore.

V

5:1
Il secondo modo in cui l'uomo serve allo scopo del Creatore è questo: l'evoluzione dell'Intero verso l'auto-compimento è un'evoluzione sia spirituale che materiale. L'auto-compimento, che è l'auto realizzazione, rappresenta il raggiungimento della perfetta auto-coscienza. Lo Slancio del Creatore, che è intrinseco nell'Universo, evolve attraverso una coscienza onnicomprensiva.

5:2
L'uomo si posiziona tra il sub uomo e l'uomo evoluto/superiore, tra la coscienza intrinseca e la coscienza risvegliata, tra uno stato di inconsapevolezza della sua identità e della sua missione a uno stato di Conoscenza Divina. Alcuni uomini riescono ad attraversare tale soglia, altri no.

5:3
Coloro che raggiungeranno la Conoscenza Divina ascenderanno il sentiero della vita verso il loro Destino, che è la Divinità.
Ciò vuol dire che il Sentiero della vita conduce verso l'alto, attraverso un'incessante successione di stadi, il prossimo dei quali è quello di uomo superiore e l'ultimo è quello di Creatore auto-realizzatore. La vera ragione illuminerà il loro percorso e darà loro lungimiranza; sarà un forte stimolo affinché lo Slancio del Creatore entri a far parte di loro.

5:4
Coloro che non raggiungono la conoscenza divina continueranno ad andare alla cieca nel buio, e i loro piedi inciamperanno nelle trappole della falsa ragione, si allontaneranno dal Sentiero e cadranno negli abissi.

5:5
La soglia nella quale l'uomo attuale si trova è pericolosa, molto difficile. E la ragione dell'uomo è una conquista rischiosa. Così come può osservare il suo istinto, che è la coscienza intrinseca dell'Intero che agisce in lui, nello stesso modo può confondere e fuorviare il suo istinto.

VI

6:1
Tentiamo ora di capire lo stato attuale dell'uomo, in modo da riuscire a distinguere la vera ragione da quella falsa.
Cerchiamo di utilizzare la vera ragione affinché essa possa guidarci attraverso la soglia della Coscienza Divina.

6:2
La differenza tra la vera ragione e quella falsa è questa: la vera ragione cerca di guidare le azioni dell'uomo conciliandole con la coscienza intrinseca dell'Intero. La falsa ragione, al contrario, non lo fa.

6:3
L'uomo o la donna che, attraverso la vera ragione, cerca l'ordine in tutte le cose, eviterà di ritrovarsi nel caos.
Si sentirà felice grazie una relazione armoniosa tra tutti gli elementi della sua vita e del mondo. Eviterà ciò che crea conflitto e che non si adatta, ciò che è alieno.

6:4
È felice di sapere che ciò che era verità e bene ieri, lo sarà anche domani. Attraverso l'ordine e l'armonia cerca il vero progresso che è l'ascesa al Sentiero della vita, evitando di sostituirlo con cose frivole, che distruggono l'armonia tra il passato e il futuro.

6:5
Amerà la verità e odierà la menzogna

6:6
Amerà la bellezza e odierà la bruttezza

6:7
Amerà la nobiltà e odierà la miseria

6:8
E tutte queste predisposizioni dell'uomo e della donna che seguono la vera ragione, sono come raggi che fuoriescono dalla scintilla divina che brucia nella loro anima. Questa scintilla divina è la coscienza intrinseca dell'Intero. È la presenza, dentro di loro, dello stimolo del Creatore.

VII

7:1
La scintilla Divina brucia brillantemente in alcuni uomini, i quali usano la vera ragione. In altri uomini essa brucia meno, e ciò può portarli ad usare la falsa ragione.

7:2
Lo Slancio, l'istinto, fa parte di tutte le cose, ma lo stato di Coscienza dell'Intero è più evoluto in alcune cose che il altre.
È ad esempio più evoluto negli essere viventi che in quelli non viventi, più nell'uomo che negli animali, ed è presente più in alcuni uomini che in altri. Esiste, nelle varie creature viventi, una gerarchia continua di stati di coscienza intrinseca dell'Intero.

7:3
Nei tempi migliori, gli uomini e le donne che seguono la vera ragione prevarranno, e ci sarà il vero progresso.

7:4
Ma nei tempi peggiori la falsa ragione supera quella Vera. Prevalgono, dunque, gli opportunisti/egoisti, i bugiardi, e coloro che perseguono scopi spregevoli.

7:5
A questo punto tutti gli altri mali vengono fuori: la falsità supera la verità e occupa il suo posto; la bruttezza supera la bellezza e viene considerata preferibile rispetto a quest'ultima. La viltà è ovunque è viene elogiata come la nobiltà. La disarmonia governa la vita di tutti gli uomini, e coloro che seguono la vera ragione si sentono frustrati nei loro desideri.

7:6
Le bugie si sentono ovunque, e nessuno ha il potere di smascherarle. Le azioni malvagie sono ovunque, e nessuno può agire contro di loro. Tutto ciò che è buono, utile e che porta progresso viene disprezzato e contaminato.

Tutto ciò che è alieno/estraneo e discordante cresce e si moltiplica. Non c'è alcuna vera ragione, ne pace nella masse degli uomini. Ed essi sono senza direzione ne scopo.

7:7
La maggior parte degli uomini vive giorno per giorno e il loro unico pensiero è la propria persona.
Attraverso folli divertimenti, mangiando e bevendo, attraverso giochi, feste e sostanze stupefacenti con i quali intossicano il loro corpo, rivolgono i loro pensieri a qualcosa di estraneo alla loro esistenza.

7:8
Alcuni uomini cercano di dare una direzione alla loro vita, ma sono false direzioni. I loro scopi possono consistere nell'accumulare ricchezze o esercitare potere verso gli altri o ancora, diventare esperti in un lavoro o in qualche tipo di arte.
Ma, salvo che questi scopi non siano collegati con lo Scopo del Creatore, essi sono senza merito e la vita di coloro che li perseguono è senza valore allo stesso modo delle vite che non hanno senso.

7:9
Le menzogne spesso hanno l'aspetto delle verità, ma restano comunque false. Un uomo può accumulare montagne d'oro, o ordinare alle Nazioni di entrare in guerra, può acquisire grandi conoscenze e abilità, ma se lo fa senza conformare la sua vita con lo Scopo, è come se non fosse mai vissuto.

VIII

8:1
La morte riguarda l'uomo e la donna senza coscienza divina, così come riguarda i subumani: la materia vivente diventa materia non vivente, la vita diventa priva di significato, la morte priva di senso, la personalità si annulla. Non c'è nulla di eterno nel destino di coloro che sono spiritualmente vuoti.

8:2
Ma colui che ha raggiunto uno stato di Coscienza Divina partecipa all'immortalità dell'Intero come uomo superiore: il suo corpo perisce ma il suo spirito continua a vivere con l'Intero.

8:3
Egli, che è un membro della Comunità della Coscienza Divina, non è annientato dalla morte, perché la sua coscienza è un tutt'uno con quella della Comunità. Finché la comunità vivrà, vivrà anche la sua coscienza. E fin quando la comunità servirà l'unico vero Scopo, chi ha servito lo Scopo prima che il suo corpo perisse, continuerà a farlo nell'eternità.

IX

9:1
La Comunità della coscienza divina è la comunità del Risveglio, la comunità degli scalatori del sentiero, la Comunità del Popolo della Runa della Vita, la Comunità di chi è stato "Ordinato/Scelto/Nominato.

9:2
Coloro che diventeranno membri della Comunità della Coscienza Divina si riuniranno nella Comunità Cosmoteista, che è la comunità di chi diventerà Popolo della Runa.

9:3
Il Popolo della Runa si può riconoscere da queste caratteristiche: conoscenza, consapevolezza, disciplina e capacità di mettersi a servizio; sono le cose nelle quali i membri della comunità cosmoteista s'impegnano.

9:4
Per Conoscenza s'intende la comprensione della verità. Essa è raggiunta dall'allievo ricettivo attraverso lo studio diligente degli insegnamenti della Comunità Cosmoteista.

9:5
Con Coscienza s'intende la coscienza risvegliata di coloro che sono andati oltre la conoscenza e si sono nutriti della coscienza intrinseca dell'Intero che risiede nel più intimo della propria anima; hanno capito il messaggio interiore, ed hanno visto che è uguale al messaggio esterno, cioè il massaggio insegnato dalla Comunità Cosmoteista. Raggiungere la coscienza, così come la conoscenza, richiede ricettività e diligenza; richiede inoltre una buona volontà, cioè un obiettivo puro.

9:6
La disciplina proviene dall'esterno e dall'interno. Dall'esterno viene imposta ai membri della Comunità Cosmoteista. Essendo imposta in tal modo essa produce la crescita della disciplina dall'interno. Senza disciplina non vi è alcuna padronanza, e chi non impara a dominare le forze del caos in conflitto dentro di se non può rendere un servizio completo. La disciplina imposta dall'esterno e quella interna contribuiscono, insieme, a dare, a chi ha raggiunto conoscenza e coscienza, una padronanza al di là delle loro forze, così che tali forze possano essere messe a servizio dello Scopo del Creatore.

10:1
Il servizio dello Scopo del Creatore è lo scopo di tutte le cose, e lo scopo della Comunità di Coscienza Divina è un servizio consapevole e disciplinato. In questa difficile e pericolosa epoca, in cui ci troviamo al limite tra l'uomo e il super uomo, molti uomini hanno smesso di servire lo Scopo del Creatore alla vecchia maniera, cioè alla maniera dei subumani, quello inconscio; essi tuttavia non hanno iniziato a servirlo nel nuovo modo. La falsa ragione, al contrario, li porta a commettere il grave errore di contravvenire allo Scopo del Creatore.

10:2
I membri della Comunità della Coscienza Divina, i Risvegliati, il Popolo della Runa, servono invece in un nuovo modo, il modo dell'uomo superiore/evoluto, il modo che usa la vera ragione. Essi sono agenti consapevoli al servizio dello Scopo del Creatore.

10:3
Sono stati "ordinati per sostituire gli uomini che seguono la falsa ragione, e per porre fine alle opere di chi agisce in contrasto con lo Scopo del Creatore.

10:4
Essi rappresentano solo l'inizio, i primi ad aver attraversato la Soglia; sono coloro che indicano la via, il Sentiero della Vita. Attraverso il loro servizio, essi intraprendono l'infinita salita verso il loro destino, la Divinità.

XI

11:1
Questo è il nostro appello a voi, fratelli e sorelle. È il nostro appello a tutti gli uomini e a tutte le donne, del nostro sangue, di buona volontà:

11:2
Abbandonate la menzogna e la follia. Liberatevi da modi estranei a voi e dalle insidie della falsa ragione. Allontanatevi dalla corruzione di questo decadente ordine di cose.

11:3
Capite chi siete e qual è il vostro scopo. Cercate il vostro destino. Mettete la vostra vita al servizio della verità cosmica.

11:4
Entrate subito nella Comunità Cosmoteista. Partecipate alla nostra gioiosa certezza che lo Scopo del Creatore si compirà. Ponete, con noi, le fondamenta del nuovo ordine di cose che sostituirà il vecchio.

11:5
Attraversate con noi la Soglia della Coscienza Divina. Lottate insieme a noi per ottenere l'adesione alla Comunità del Risveglio.




2. GLI ESSERI VIVENTI (ON LIVING THINGS)

I

1:1
Dal "Percorso sappiamo queste cose:

1:2
C'è una sola Realtà, e questa realtà è il Tutto. Il tutto è il Creatore, colui chesi è creato da solo. (1:6)

1:3
La manifestazione materiale del Creatore è l'Universo tangibile, con tutti gli esseri non viventi e viventi, compreso l'uomo. (2:2)

1:4
La manifestazione spirituale del Creatore è lo Slancio verso l'Unico Scopo. Questo Slancio è alle base di tutte le entità e si manifesta nelle relazioni fra tutte le entità. (2:3)

1:5
L'Unico Scopo è l'autorealizzazione del Creatore: il completarsi da parte di colui che si è creato da solo.(2:5)

1:6
Lo scopo dell'uomo è lo Scopo del Creatore. Egli è composto in parte della stessa sostanza del Creatore, egli non è qualcosa di estraneo; questa è la sua natura ed il suo scopo.(3:1)

1:7
L'uomo è utile allo scopo del Creatore in due modi: coscientemente ed incoscientemente. In entrambi i modi, egli segue il Percorso della Vita, che è il percorso evolutivo del Creatore verso il proprio completamento. L'uomo giunge passo dopo passo nel percorso, dal sub-uomo all'uomo, fino all'uomo superiore ed anche ad uno stadio che va oltre. (3:2, 4:1-2)

1:8
Se si segue la via inconscia il passaggio da uno stadio all'altro è cieco e la forza che lo guida è l'istinto. L'istinto è una manifestazione della coscienza immanente dell'Intero nell'uomo.(3:2)

1:9
Seguendo la via conscia il passaggio è guidato dalla consapevolezza della vera identità e della vera missione dell'uomo; questa consapevolezza illumina il percorso davanti all'uomo e gli permette di scegliere i passi da fare.(5:3)

II

2:1
Queste cose che ora sappiamo ci guidano verso la comprensione del significato e del valore di tutti gli esseri viventi, ovvero dei diversi tipi di animali, delle diverse razze umane e delle divere qualità dei singoli individui.

2:2
Noi abbiamo capito che gli esseri viventi si svilupparono dagli esseri non viventi attraverso il grande Slancio verso l'auto-realizzazione: per prima cosa, vi fu lo Slancio, attraverso il quale nacque l'ordine degli esseri non viventi. Lo Slancio diede vita alcuni di questi esseri. Lo slancio ha messo in ordine gli esseri viventi ed attraverso questa organizzazione è giunto a livelli di conoscenza più elevati. Lo Slancio sta continuando a mettere in ordine.

2:3
Tutta la materia, vivente o non vivente, è organizzata in una gerarchia, gli esseri animate sono superiori agli esseri inanimate, il conscio è superior all'inconscio. Lo Slancio è diretto verso una coscienza più elevata: lo scopo di tutte queste entità materiali è l'attuazione dello Slancio, è essere utili all'Unico Scopo; il valore di ognuna di queste entità consiste nel potenziale che hanno per servire l'Unico Scopo.

2:4
Ora, la nostra conoscenza di questa verità deve servirci da guida nella valutazione di tutte le entità viventi e non viventi, animate ed inanimate, umane e non umane.

III

3:1
Alcuni insegnarono la falsità che tutte le cose, essendo parti dell'Intero, fossero sacre ed inviolabili. Essi intentevano: sacre agli occhi degli uomini ed inviolabili dagli uomini. Essi potrebbero essere di buona volontà perché vogliono impedire all'uomo la distruzione indiscriminata, perché vogliono proteggere splendidi e nobili esseri viventi, perch vogliono preservare l'armonia dell'Universo. Tuttavia, la loro comprensione è limitata ed i loro insegnamenti sono contrari allo Scopo del Creatore.

3:2
Infatti l'uomo non è uno spettatore, ma un partecipante; non un essere che sta ai margini, ma una parte di tutto l'Essere.
Ogni essere vivente dell'Intero vive soltanto combattendo contro altre parti dell'essere; ogni animale deve pensare al proprio bene a prescindere dagli altri esseri viventi e deve tener lontani i suoi simili incapaci di pensare al proprio bene.

3:3
è solo l'Intero che è inviolabile, solo lo Scopo Unico è sacro. Le parti dell'Intero vanno e vengono; esse sono soggette all'eterno processo di Creazione, che distrugge qualcuno, preserva qualcun altro e trasforma altri ancora.

3:4
L'uomo superiore, l'umano con Coscienza Divina è un agente ed allo stesso tempo soggetto a questo processo. Quando un membro della Comunità della Coscienza Divina agisce in accordo con lo Scopo Unico, allora il Creatore sta agendo.

3:5
Altri ci hanno insegnato la falsità che l'uomo stesso è sacro ed inviolabile; tutti quelli che sono "umani sarebbero immune al processo della creazione; gli umani starebbero da parte rispetto a questo processo, addirittura tutti gli umani sarebbero dello stesso tipo.

3:6
Ma il valore dell'uomo non consiste nella sua capacità di conformarsi, né nella propria abilità nel parlare e nel ragionare, tranne se queste abilità riguardano qualcosa che sia utile allo Scopo Unico.
Se un uomo non è utile allo Scopo, la sua vita non ha valore, la sua formazione e la sua capacità di ragionare non hanno alcun senso. Se un uomo contrasta lo Scopo Unico, allora esso è un abominio e la sua vita è una contaminazione di tutte le altre vite.

IV

4:1
Quindi gli uomini sono ordinati in una gerarchia di valore: i primi sono quelli che hanno la Coscienza Divina; questi sono quelli che seguono il Percorso della vita con lungimiranza; essi sono quelli che hanno varcato la soglia che separa l'uomo dall'uomo superiore; essi sono quelli che sono utili allo Scopo del Creatore, pienamente consapevoli della loro utilità, di come e perché sono utili; essi sono I Risvegliati.

4:2
Successivamente in valore ci sono quelli di buona volontà e la cui coscienza si sta risvegliando; essi sono quelli che si sforzano di arrivare alla Coscienza Divina: essi sono quelli della Comunità Cosmoteista.

4:3
Dopo di loro ci sono quelli della stessa razza da cui provengono i Risvegliati, quelli appartenenti alla stessa razza-anima(NDA, i bianchi), in quanto questa collettività è il serbatoio dal quale l'uomo superiore trae origine e da cui attinge i propri ricambi.

4:4
Ma anche in questo serbatoio gli uomini sono ordinati in valore: quelli non corrotti dalla falsa ragione sono superiori e quelli corrotti sono inferiori.

4:5
Quelli di buona volontà sono superiori e quelli indifferenti, egoisti o servi di padroni stranieri sono inferiori.

4:6
Quelli che hanno padronanza di sè stessi sono superiori, quelli che non l'hanno sono inferiori.

4:7
Quelli che hanno grande capacità di conoscenza sono superiori, quelli che non ce l'hanno sono inferiori. 4:8 Quelli che sono di forte costituzione e ben formati sono superiori, quelli che sono deboli, malaticci o malformati sono inferiori. 4:9 E gli uomini che, anche se della razza dalla quale provengono I Risvegliati, sono corrotti dalla cattiva volontà, indisciplinati, senza capacità di conoscenza, deboli o malformati non possono affermare di avere un certo valore solo per il fatto di appartenere ad una stessa razza. 4:10 Infatti, se sono corrotti dalla falsa ragione o dalla cattiva volontà, essi possono minacciare con azioni malvagie lo Scopo Unico. 4:11 Essi possono addirittura minacciare, attraverso l'indebolimento della razza, lo Scopo Unico se ad essi mancano le capacità di disciplina e di conoscenza o se essi sono di scarsa costituzione.

V

5:1
Anche tutti gli altri esseri viventi possono essere ordinate a seconda del valore. Gli uomini di altre razze rispetto a quella da cui provengono i Risvegliati, gli animali dei campi, gli uccelli nell'aria, i pesci del mare, gli esseri più piccoli che strisciano e volano oltre agli esseri inanimati più o meno grandi.

5:2
Ogni essere vivente ha un potenziale che può esprimere nel bene o nel male, per servire lo Scopo del Creatore o per andare contro di esso. Questo potenziale è allo stesso tempo inerente alle azioni e dipendente dalle proprie relazioni con gli altri esseri viventi. Esso determina il valore di ogni azione.

5:3
Cerchiamo di capire in che modo questo potenziale è giudicato. Il potenziale positivo di un'entità rappresenta il potenziale per raggiunger la Coscienza Divina o per dare vita a qualcosa di nuovo che possa raggiunger la Coscienza Divina; il suo potenziale positivo dipende dalla sua relazione con le altre entità.

5:4
Il potenziale negativo di un'entità, dipendente anch'esso dalle relazioni fra entità, è il suo potenziale per ostacolare il raggiungimento della Coscienza Divina delle altre entità.

5:5
Un entità potrebbe avere un alto potenziale per raggiungere la Coscienza Divina, ma potrebbe anche avere un potenziale negativo tale da ostacolare altri esseri viventi con un maggiore potenziale nel raggiungimento della Coscienza Divina. Potrebbe anche avere un basso potenziale positivo per raggiunger la Coscienza Divina ma avere un alto potenziale per aiutare un altro essere vivente nel raggiungimento della Coscienza Divina.

5:6
Possiamo ritenere un'entità positiva o negativo solamente dopo che abbiamo ponderato al meglio il suo potenziale sia positive che negativo. Per ponderare al meglio tutto ciò, dobbiamo possedere la conoscenza necessaria. Per questo motivo il Cosmoteista deve diffondere conoscenza.

VI

6:1
Un essere vivente può sfruttare il suo potenziale in modo positivo dimostrando sostegno fisico e spirituale al tipo di uomini(nda, la razza bianca) da cui provengono i Risvegliati.

6:2
Deve fornire sostegno fisico come lo forniscono il fascio di grano, il pane o la carne.

6:3
Oppure dovrebbe sostenere quelle entità che forniscono sostegno, come l'erba del prato nutre lo sterzo o come i microbi del suolo permettono al grano di crescere.

6:4
Oppure dovrebbe fornire sostegno spirituale, come gli alberi della foresta, I fiori dei campi, come gli animali rapaci, forti ed aggraziati, forniscono la bellezza visiva, le istruzioni per la mente e l'ispirazione per l'anima.

6:5
Gli esseri viventi posson realizzare il proprio potenziale negative in tutti i modi in cui possono nuocere al tipo di uomini da cui provengono i Risvegliati.

6:6
Esso può indebolire o distruggere questa razza fisicamente, come fanno i microbi della peste o i parassiti che debilitano gli esseri viventi generando tanto scempio.

6:7
Esso può anche negare il sostegno a questa razza, come il gruppo di cavallette distrugge il grano.

6:8
Esso può anche corrompere questa razza spiritualmente, come i gruppi razziali dall'anima estranea a noi diffondono il proprio veleno spirituale.

6:9
Esso può anche corrompere questa razza tramite la mescolanza con altre razze

6:10
I primi due di questi effetti negative possono venire da entità che hanno un basso potenziale per raggiungere la Coscienza Divina, ma gli ultimi due possono venire solo da entità che hanno un potenziale per raggiungere la Coscienza Divina simile a quello della razza da cui provengono i Risvegliati.(nda, cioè dagli ebrei)

VII

7:1
Vediamo di capire questo male appena nominato:

7:2
Il processo della Creazione è un processo di sviluppo dell'autocoscienza nell'Intero. Questa percorso ha fatto progredire dalla cecità alla lungimiranza, dallo muoversi faticosamente alla soglia della coscienza diretta verso il progresso.

7:3
Visto che questo percorso è stato un percorso a tentoni, diretto nella nebbia della coscienza imperfetta, la Creazione ha seguito molti canali; lo Slancio ha preso più direzioni.

7:4
In alcuni canali la corrente del progresso è stato lento, in altri è stato rapido. Alcuni canali finirono in paludi stagnanti in cui lo slancio non ha trovato via d'uscita, Alcune paludi invece sono state prosciugate in pochissimo tempo.

7:5
In altri canali la corrente è stata rapida, ma il corso del canale è andato di traverso: la ragione si è sviluppata senza coscienza, la forza senza disciplina, l'azione senza esser al servizio dell'Unico Scopo.

7:6 Questo ci permette di capire la diversità delle varie forme di vita.

7:7
In un canale la corrente è stata abbastanza rapido e la direzione sufficientemente vera che il ruscello della vita ha raggiunto il margine del divino. Al di là si trova il mare aperto, dove possono essere visti obiettivi lontani e dove può essere scelto con lungimiranza un percorso rettilineo.

7:8
Ma altre correnti scorrono vicino al margine della nebbia, ed il pericolo di esser trascinati nel canale sbagliato esiste ancora. Esiste ancora il pericolo di essere rigettati nella nebbia o nella desolazione della palude ristagnante. Più siamo vicini a questi canali sbagliati, più grande è il pericolo.

VIII

8:1
Così, questi esseri viventi che forniscono il sostegno fisico e spirituale alla razza da cui provengono i risvegliati sono considerati positivi e devono essere preservati. Il grano e il manzo, così come la foresta vivente, i fiori del campo, l'aquila e il leopardo, e tutti gli altri esseri viventi ad essi necessari.

8:2
Quegli esseri viventi che invece indeboliscono la razza da cui provengono i Risvegliati, che negano ad essi il necessario sostegno o che reprimono il potenziale pe rla coscienza divina sono considerati negativi, e devono esser prese delle misure contro di loro; devon esser prese misure così come si prendono contro le malattie che danneggiano l'organismo, contro le razze minori che possono mischiarsi, corrompendola, con la razza da cui provengono i risvegliati. E più questi mali sono grandi, più forti sono le misure che devon esser prese contro di loro.

IX

9:1
Questo deve essere compreso quando si valutano gli esseri viventi.

9:2
La nostra razza ha raggiunto una soglia che separa la via inconscia e la via consapevole del progresso; il valore di tutti gli esseri cambia quando questa soglia viene attraversata.

9:3
Nell'era della coscienza immanente, alcuni esseri viventi si opposero con molta ostilità al miglioramento della nostra razza, come il lupo rafforza il gregge di pecore sbranando o comunque portando via chi è più lento o più malato.

9:4
Nell'era della coscienza risvegliata, questi esseri viventi non sono più utili. La nostra razza si selezionerà da sola, ed i selezionati serviranno in modo migliore lo Scopo Unico, perché questo scopo sarà servito con lungimiranza e consapevolezza.

9:5
Ma dobbiamo avere la massima attenzione possible quando giungiamo alla soglia. Superare la soglia è pericoloso; per attraversare la soglia i vecchi metodi non servono più, c'è una nuova direzione che ci attende al di là della soglia.

X

10:1
E queste sono le qualità che un uomo dovrebbe valorizzare in sè stesso, sia che si tratti di un uomo superior sia che si tratti di un uomo facente parte della razza da cui provengono gli uomini superiori.

10:2
Per prima cosa, la vivacità della Chiarezza Divina nella sua anima, che nient'altro è che la coscienza immanente del Tutto in egli. Più essa brucia vivacemente, più è giusta la direzione che l'uomo prende guardando all'interno di sé.

10:3
In secondo luogo, la forza della sua ragione, per realizzare una perfetta unione fra ragione, coscienza immanente e coscienza divina. Più forte è la ragione dell'uomo, più efficacemente essa potrà esser usata per realizzare lo Slancio del Creatore.
In questo modo lo Slancio può guidare in modo più opportuno il corso della vita dell'uomo nella direzione illuminata dalla Chiarezza Divina nella sua anima.

10:4
In terzo luogo, la forza del suo carattere, che è l'abilità di agire in accord con la sua coscienza immanente e la sua ragione, andando oltre i propri più bassi istinti, cercando la coscienza più che il piacere, la conoscenza più che la felicità, il vero progresso più che la ricchezza.
è questa abilità che deve subordinare a sé tutti gli slanci estranei che sono propri della natura del sub- uomo. è questa abilità che deve spingere l'uomo verso lo Slancio, che è nella natura dell'uomo superiore.

10:5
In quarto luogo, la forma fisica del suo corpo, che può esser sicuramente utile allo Scopo Unico. Le caratteristiche da valutare sono la forza e la solidità, perché esse fan sì che un corpo sia più funzionale, e la bellezza, perché essa manifesta nell'uomo la natura divina spingendolo ad usare le sue forze andando nella direzione più opportuna per la sua razza-anima.

XI

11:1
Queste sono le vie tramite le quail l'uomo dovrebbe consapevolmente lo Scopo dei Creatori, unendo la vera ragione e la coscienza immanente durante il suo percorso di miglioramento della sua razza lungo il Percorso Della Vita.

11:2
Egli deve mantenere il suo gruppo puro: egli non deve permettere che il suo sangue venga mischiato con quello di altri gruppi, perché ogni gruppo segue una strada diversa durante il Percorso della Vita. Quando i gruppi sono mischiati, il senso interiore della direzione è perso insieme a tutto il potenziale per il raggiungimento della Coscienza Divina.

11:3
Egli deve aumentare la numerosità del proprio gruppo e deve far questo in ogni terra nella quale egli vive, guardandosi bene dal mettersi in pericolo mischiandosi con altri gruppi.

11:4
Egli deve far sì tramite le sue leggi e le sue istituzioni che in ogni generazione gli uomini e le donne producano una discendenza in proporzione al loro valore: i migliori devono fare più figli, i peggiori non devono farne.

11:5
Egli deve guidare il suo gruppo verso il progresso generazione dopo generazione: egli deve agire come il lupo e l'inverno hanno agito, ovvero facendo selezione; infine egli deve comportarsi come hanno fatto tutti gli esseri viventi facenti parte dell'Intero che hanno portato avanti la propria discendenza.

11:6
Egli deve fare queste cose pienamente cosciente della propria identità: deve esser consapevole di esser di natura simile a quella del Creatore e quindi agire in modo da esser utile dello Scopo dei Creatori.




3. LA SOCIETA' (ON SOCIETY)

I

1:1
Le istituzioni sociali umane, come tutte le altre cose, sono parte del Tutto, ed esse non possono essere perfette quando, allo stesso tempo, l'Autorealizzazione del Tutto rimane incompleta. Come l'uomo e tutte le altre cose fatte dall'uomo, esse possono solo asservire allo Scopo Unico imperfettamente.

1:2
Come gli uomini mancano di consapevolezza, la loro società riflette la loro cecità e il loro brancolare nel buio; le loro azioni non sono utili; esse potrebbero persino divenire uno strumento di regressione, contravvenendo allo Scopo del Creatore.

1:3
Ma quando gli uomini sono risvegliati, allora la loro società dovrebbe riflettere la loro consapevolezza e la loro vera ragione; essa dovrebbe diventare uno strumento del progresso; essa dovrebba manifestare nella sua struttura e nelle sue istituzioni la Spinta verso lo Scopo Unico.

1:4
Come, dunque, dovrebbero gli uomini che si son destati costituire la loro società in modo che essa possa servire al meglio lo Scopo del Creatore? Come dovrebbero essi governare la loro comunità, che è la Comunità Cosmoteista? Quali dovrebbero essere le forme e le funzioni delle istituzioni?

1:5
Noi sappiamo che gli uomini che sono membri della Comunità devono mantenere la loro stirpe pura, incrementare il loro numero, e rendere ogni luogo dove essi si stabiliscono sicuro per questi scopi (On Living Things, 6:2-3); devono aspirare alla conoscenza, alla consapevolezza, alla disciplina e al servizio (The Path, 4:3); devono giudicare se stessi in base alle loro qualità e disciplinarsi di conseguenza (On Living Things, 2:3-4, 6:4); e devo elevare il valore della loro stirpe di generazione in generazione (On Living Things, 6:5).

1:6
Queste quattro preoccupazioni degli uomini sopravvivenza, giuste/oneste aspirazioni, ordine e progresso sono i veri e propri fattori determinanti delle istituzioni sociali umane. Di conseguenza, la società ha quattro funzioni proprie: difesa della Comunità e della stirpe dalla quale è fondata; guida delle aspirazioni dei membri della Comunità; organizzazione della Comunità per il mantenimento dell'ordine e l'effettivo perseguimento del suo Scopo; e l'elevazione del valore della stirpe della Comunità.

II

2:1
La Comunità difenda se stessa e la stirpe dalla quale è costituita fornendo mezzi collettivi per opporsi ai molti pericoli i quali il singolo uomo da solo non può affrontare.

2:2
La Comunità deve proteggere la purezza e la salubrità dell'aria che gli uomini respirano e dell'acqua che bevono. Deve preoccuparsi della qualità del cibo che essi mangiano. Deve prestare attenzione a ogni minaccia alla salute e forma fisica degli uomini, e deve possedere i mezzi per evitare che qualunque uomo possa inquinare o avvelenare l'aria, l'acqua o la terra comuni, che sia per cupidigia, malizia, negligenza o ignoranza.

2:3
La Comunità deve anche avere i mezzi per promuovere quei fattori nelle vite degli uomini che possano portare ad avere corpi più sani, più forti e più belli; costruire la salute è difendersi contro la malattia.

2:4
La vigilanza nei confronti di fame e malattie, la tutela delle risorse comuni dalle quali dipendono la sopravvivenza e il benessere della Comunità e della sua stirpe, e la protezione armata della Comunità da coloro i quali vorrebbero dannegiarla sono elementi necessari della funzione difensiva della società.

2:5
Allo stesso modo sono necessari quegli elementi riguardanti la difesa degli uomini dalla corruzione dello spirito, poiché la sopravvivenza non dipende solo dagli aspetti fisici delle vite degli uomini: esattamente come la difesa della salute fisica e del benessere della Comunità è una necessaria funzione sociale, allo stesso modo lo è la difesa della salute e del benessere spirituale della Comunità.

2:6
Così è opportuno che la Comunità usi tutti i mezzi necessari per escludere i propugnatori di dottrine che porterebbero gli uomini ad agire contro lo Scopo del Creatore, e che la Comunità si opponga rigorosamente a tutte le influenze che possano corrompere gli spiriti degli uomini e allontanarli dal Sentiero della Vita.

2:7
Se un uomo insegna agli altri che il mescolamento di stirpi è accettabile o che tutti gli uomini sono di uguale valore o che la vita umana non ha nessuno scopo, allora la Comunità dovrà bandirlo ed espellerlo.

2:8
E, sia che un uomo insegni il falso o no, se il suo comportamento o il suo stile di vita è tale da condurre altri sulla cattiva strada o mina l'ordine della Comunità, allora egli non dovrebbe rimanere nella Comunità. Poiché è una funzione propria della società salvaguardare la Comunità dall'indisciplina e dalla falsità.

III

3:1
La Comunità guidi i suoi membri nell'aspirazione alla conoscenza, alla consapevolezza, alla disciplina, e al senso del dovere, fornendo una struttura sociale e istituzioni sociali all'interno delle quali ogni ambizioso possa imparare, crescere ed essere trasformato in un individuo che sia utile allo Scopo del Creatore. Queste lo sostengano e lo indirizzino; gli diano sia il necessario sia i mezzi.

3:2
La conoscenza degli uomini non proviene solamente dalle loro imprese individuali, ma dalla collettiva aspirazione della razza durante l'infinito corso delle generazioni. La Comunità deve preservare la conoscenza acquisita nel corso di ogni generazione e far sì che sia la base per l'ulteriore acquisizione di conoscenza da parte della generazione successiva; essa deve tramandare ai membri della Comunità la conoscenza acquisita dalle generazioni passate; ed essa deve facilitare l'acquisizione della nuova conoscenza da lasciare in eredità alle generazioni future.

3:3
La Comunità deve fornire una struttura che attribuisca borse di studio, e deve fornire le istituzioni le biblioteche, le scuole e i laboratori all'interno delle quali gli studenti possano effettivamente cercare la conoscenza.

3:4
La Comunità deve preoccuparsi di impartire la conoscenza fuori dalle scuole così come dentro esse. Gli usi e costumi della Comunità, le sue celebrazioni e festività, le sue canzoni e rituali, tutti i lavori e le opere dei suoi membri dovrebbero impartire la conoscenza dell'identità, della missione e dei mezzi.

3:5
Sopra ogni altra cosa, la Comunità deve indicare la via per l'acquisizione della conoscenza; poiché non è la sola conoscenza in sé ciò a cui aspirano i membri della Comunità: è la conoscenza che conduce a capire, la conoscenza che completa la consapevolezza, la conoscenza che rende servizio allo Scopo Unico. La Comunità deve garantire che gli sforzi di chi ricerca la conoscenza siano decisi e coordinati, che ogni membro sia conscio della direzione della Comunità e del suo obiettivo nella ricerca della conoscenza, cosicché ciò che lui guadagna sarà il guadagno della Comunità.

3:6
Coloro incaricati dalla Comunità di supervisionare la guida dei suoi membri, comunque, dovranno sempre essere memori che il sentiero per la conoscenza presenta molte curve inaspettate. Nel corso della conoscenza, quindi, bisognerebbe evitare la chiusura mentale ed essere pronti ad accettare nuove vie per raggiungere l'obiettivo, qualora esse siano vie migliori.

3:7
La consapevolezza e la disciplina, come la conoscenza, sono meglio acquisite con una guida piuttosto che senza, e la Comunità dovrà anche fornire questa guida attraverso le sue istituzioni.

3:8
Molte delle stesse istituzioni che guidano i membri della Comunità nella loro aspirazione alla conoscenza guideranno anche il risveglio delle loro consapevolezze e la costruzione del loro controllo di se stessi. Le scuole dovranno impartire la consapevolezza assieme alla conoscenza, e dovranno impartirle entrambe in un modo che prepari coloro che saranno risvegliati ad esser maestri di se stessi.

3:9
Le festività e i rituali, allo stesso modo, dovranno aumentare la consapevolezza, e dovranno richiedere autodisciplina ai celebranti: nella pratica del canto e della recitazione; nella dimostrazione di grazia, abilità e forza. La Comunità dovrà esser fiera dei suoi membri "maestri di se stessi e dei loro successi, valutando queste cose talmente tanto nobili che tutti aspireranno con tutte le loro forze ad esse.

3:10
Il servizio alla Comunità, sopra ogni altra cosa, richiede una guida, cosicché il servizio di ogni membro della Comunità completi e rinforzi quello di ciascun altro membro. La Comunità stessa è uno strumento di servizio; il compimento del servizio è la sua ragione d'esistenza, e ogni sua istituzione dovrà manifestare quella ragione.

3:11
La Comunità, dunque, dovrà avere ordine e struttura: ogni membro avrà il suo ruolo nella Comunità, ogni ruolo asservirà al suo scopo, e lo scopo di ogni ruolo sarà una parte dello Scopo Unico. Ogni membro della Comunità servirà secondo le proprie qualità: uno nel proprio modo, e un altro nel suo e sarà bene che ci siano molti modi. Ma ogni modo sarà guidato; ogni membro accetterà la guida della Comunità nel compimento del suo servizio.

IV

4:1
La Comunità non è semplicemente la somma dei suoi membri, delle sue istituzioni e dei suoi beni materiali; è una organizzazione e la sua abilità di svolgere i suoi servizi fa affidamento sull'efficace coordinazione delle sue componenti.

4:2
Senza ordine, con il quale si intende la collocazione dei membri a seconda delle loro qualità, la Comunità è incoerente e non può progredire.

4:3
Senza struttura, con la quale si intende il corpo delle regole che definiscono le relazioni tra i suoi membri e che governano le sue istituzioni, la Comunità non ha forza, ed è destinata a fallire.

4:4
Le qualità degli uomini e delle donne si sviluppano da dentro; ma la crescita di queste qualità è regolata sia dall'interno che dall'esterno. La Comunità regola la crescita dall'esterno, e giudica le qualità a seconda dei suoi standard.

4:5
Alcune qualità sono manifeste già nel neonato. Queste includono la bellezza, la forza, il vigore, la fedeltà alle norme fiscihe della stirpe. Altre qualità intelligenza e disposizione vengono fuori durante la crescita del bambino; e alcune diventano visibili solo con la piena maturità, quando la mente e il carattere dell'uomo o della donna si sono sviluppati per molti anni e sono stati messi alla prova col conseguimento di obiettivi e col servizio.

4:6
La Comunità dovrà giudicare tutte queste qualità, attraverso la vita di ogni membro, e dovrà agire in base al suo giudizio in modo tale che l'ordine nella Comunità serva al meglio lo Scopo del Creatore. Dovrà giudicare il neonato, e decidere se o no il suo futuro sarà nella Comunità; dovrà giudicare il bambino, e allenarlo a seconda delle sue abilità; e dovrà giudicare l'adulto, cosicché egli sia adattato al suo compito e alla sua classe.

4:7
In ogni società gli uomini sono ordinati in classi alte e basse: alcuni secondo il criterio della ricchezza, altri secondo l'età, altri secondo il favore della massa, altri secondo le qualità dei loro amici o associati, altri ancora secondo i loro attibuti mentali e fisici. Ma la Comunità è diversa dalle altre società: i suoi membri acquisiscono le loro classi, ed essi salgono da una classe alla superiore, a seconda esclusivamente del proprio valore nel compimento del suo servizio nella Comunità.

4:8
In ogni aspetto del servizio della Comunità, coloro che appartengono a una classe più alta guidino quelli che appartengono a classi inferiori, e questi ultimi siano di conseguenza rispettosi delle loro guide. L'autorità di guida è concessa dalla Comunità a coloro le cui qualità, manifestatesi nei loro precedenti successi e servizi, forniscono assicurazione del fatto che l'autorità asservirà bene allo scopo della Comunità, ed è concessa in una tal misura corrispondente all'assicurazione fornita. Con ogni concessione di autorità, è imposto un corrispondente grado di responsabilità.

4:9
E queste sono le quattro istituzioni essenziali della Comunità: la famiglia, l'accademia, il corpo dei guardiani e la struttura gerarchica.

4:10
La famiglia è l'istituzione per mezzo della quale la Comunità si rigenera. Per la Comunità il nome dell'istituzione ha un significato speciale. Altri potrebbero definire "una famiglia anche come un uomo ed una donna che vivono insieme e che però abbiano superato l'età nella quale poter avere dei figli, o potrebbero designare anche un gruppo più esteso di persone che includa nonni e altri parenti. Ma la "famiglia che noi intendiamo è costituita da un uomo ed una donna uniti dalla Comunità specificatamente con lo scopo di generare e crescere dei figli, e i figli stessi fino al raggiungimento dell'età adulta.

4:11
Su ogni famiglia così costituita la Comunità eserciti la sua autorità: essa giudichi i bambini di ogni famiglia; limiti il loro numero quando ciò serve alla scopo della Comunità; e stabilisca il modello da seguire per crescerli.

4:12
La Comunità faccia tutte queste cose per assicurare che il valore della propria stirpe costituente cresca di generazione in generazione e incarichi ogni uomo e ogni donna che sono uniti in una famiglia a tenere sempre in mente questo proposito e a regolare se stessi di conseguenza.

4:13
La Comunità onori ogni uomo che sia padre e ogni donna che sia madre, e la famiglia nella quale i due sono uniti, nella misura corrispondente al valore dei bambini da loro generati; e questo valore sia misurato sia per mezzo delle qualità innate nei bambini sia per mezzo dello sviluppo e del rafforzamento delle loro qualità attraverso un'educazione adeguata.

4:14
L'accademia sia l'istituzione attraverso la quale la Comunità educhi i suoi membri durante tutto il corso delle loro vite.

4:15
Presso l'accademia i bambini della Comunità dovranno ricevere una uniforme preparazione in lingua, storia, musica e altri elementi culturali inerenti il retaggio culturale; siano resi consci delle basi spirituali delle loro esistenze e della Verità Cosmoteista; e inizino il processo lungo quanto la vita stessa di costruzione della volontà e del carattere attraverso la disciplina.

4: 16
Presso l'accademia la gioventù della Comunità dovrà ricevere l'addestramento necessario a renderli pronti per il loro lavoro all'interno della Comunità, in accordo con le loro qualità.

4:17
E presso l'accademia quei membri adulti che servono la Comunità come studiosi portino avanti i loro lavori.

4:18
Il corpo dei guardiani sia l'istituzione attraverso la quale la Comunità possa difendere se stessa dai suoi nemici, sia interni che esterni: contro quelli che vorrebbero danneggiare qualunque delle cose dalle quali la vita della Comunità dipende, sia la sua vita fisica sia quella spirituale.

4: 19
Gli uomini della Comunità che sono scelti per diventare guardiani saranno allenati e messi alla prova. Essi proverranno solo dalle fila di coloro i quali saranno stati ordinati a una vita al servizio dello Scopo Unico, e saranno solo i migliori tra loro: tra i più disciplinati, i più consci e i più capaci. Essi saranno il forte braccio destro della Comunità, una fedele fratellanza di sentinelle sempre vigilanti sui nemici della Comunità.

4:20
La struttura gerarchica sia l'istituzione attraverso la quale la Comunità ordini se stessa, regoli se stessa, e mantenga se stessa sul proprio corso lungo il Percorso della Vita.

4:21
La struttura gerarchica sia una comunità di sacerdoti all'interno della Comunità; nella struttura vi sia una serie di passi conducenti verso l'alto. Una volta che un uomo avrà mosso il primo passo, egli sarà ordinato a una vita di servizio dello Scopo Unico.

4:22
Successivamente egli potrà essere un padre di famiglia, o uno studioso presso l'accademia, o un guardiano, o un lavoratore in un altro settore di servizi per la Comunità, ma lui rimarrà anche un gerarca. Man mano che egli avanzerà nella conoscenza, nella consapevolezza, nella disciplina e nel servizio, egli sarà giudicato da coloro che stanno a un livello superiore al suo; e, secondo il loro giudizio, lui potrà progredire, passo dopo passo, durante il corso della sua vita.

4:23
La struttura gerarchica guidi e giudichi. Formi strutture e faccia o cambi le leggi, qualora queste cose siano necessarie; diversamente preservi quanto già fatto. Guardi al futuro, preveda i bisogni della Comunità, e aspiri a soddisfare quei bisogni. Sopra ogni altra cosa, mantenga la Comunità in un movimento sempre rivolto verso l'alto: verso la conoscenza, un più alto livello di consapevolezza, una maggior forza e una maggior disciplina, un servizio più efficace allo Scopo del Creatore.

4:24
La Comunità potrà avere altre istituzioni le quali servano i suoi bisogni, ma dovrà obbligatoriamente avere queste quattro: la famiglia, per mezzo della quale riprodursi e costruire se stessa; l'accademia, per mezzo della quale formare e preparare se stessa e crescere nella conoscenza; il corpo dei guardiani, per mezzo del quale difendere se stessa; la struttura gerarchica, per mezzo della quale governare e guidare se stessa.

V

5:1
La Comunità progredisca viaggiando verso il miglioramento lungo il Percorso della Vita di generazione in generazione: elevi se stessa sia negli aspetti fisici sia spirituali.

5:2
Aspiri a un uomo migliore selezionando la stirpe dalla quale è costituita. Ordini i suoi uomini e le sue donne secondo le loro qualità, e, nella famiglia, combini e propaghi quelle qualità che meglio serviranno al suo scopo. Assicuri che i bambini nati ad ogni generazione manifestino qualità migliori di quelle della generazione precedente.

5:3
La Comunità elevi anche se stessa svegliando più pienamente in ogni suo membro l'immanente consapevolezza del Tutto e costruendo in lui la disciplina necessaria a rendere più efficiente il servizio; faccia queste cose attraverso la famiglia e l'accademia, e aspiri sempre a farle meglio.

5:4
E la Comunità elevi se stessa affinando e rafforzando tutte le sue istituzioni, aspirando sempre a renderle più vicine possibile alla perfezione: faccia della famiglia una istituzione abile a generare figli di qualità sempre più alta e a crescerli e formarli adeguatamente nei loro primi anni; renda l'accademia una istituzione più efficiente per la conduzione di questi bambini ad una consapevole, disciplinata e ben informata maturità; renda il corpo dei guardiani una istituzione più forte e sempre più vigile per salvaguardare il benessere fisico e spirituale della Comunità; e renda la struttura gerarchica maggiormente saggia, sincera ed efficiente nella sua guida della Comunità di anno in anno.

5:5
Così si evolvano, la struttura della Comunità, la forma delle sue istituzioni e le norme che le regolano, proprio come dovrà fare la stirpe dalla quale è costituita la Comunità. Ma che non si evolvano ciecamente; siano guidate da una sempre crescente consapevolezza di sé, da un sempre più sicuro senso della direzione lungo il Percorso della Vita, da una visione sempre più chiara e limpida, dello stato di Divinità, che è il destino della stirpe i cui membri seguono il Percorso.


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